Modelli a parametri concentrati per l'analisi ed il progetto di componenti avvolti funzionanti in alta frequenza

G.Grandi, A.Massarini, U.Reggiani

Sommario - La ricerca riguarda la modellizzazione, tramite circuiti equivalenti a parametri concentrati, di componenti avvolti funzionanti in alta frequenza. In tale campo di frequenza, infatti, il comportamento di tali componenti (lo studio è stato rivolto per ora agli induttori) risulta sensibilmente diverso da quello alle basse frequenze. In particolare, la resistenza cresce con la frequenza a causa dell'effetto pelle e dell'effetto di prossimità tra le spire. Il valore dell'induttanza è, a sua volta, influenzato da tali fenomeni. Inoltre le capacità parassite tra le spire e tra spire e nucleo (o schermo) giocano un ruolo la cui importanza cresce con la frequenza, modificando la risposta in frequenza del componente e dando luogo a fenomeni di autorisonanza.
Lo sforzo di modellizzazione è stato principalmente rivolto al calcolo della capacità parassita totale di tali componenti. E' stato proposto un metodo di calcolo di tipo analitico che si basa su alcune approssimazioni semplificative. La capacità parassita totale di un avvolgimento, a strato singolo o multiplo, è stata decomposta nelle capacità parassite tra singole spire adiacenti e tra spire e piano conduttore adiacente. Il calcolo di tali capacità è stato effettuato tenendo conto del sottile strato di isolante delle spire e sfruttando le simmetrie geometriche dell'avvolgimento. Tali simmetrie hanno permesso di identificare una cella di base per il calcolo della capacità tra spira e spira e tra spira e piano conduttore. In tale cella elementare le linee di forza del campo elettrico sono state schematizzate come costituite da tratti rettilinei. In tal modo si è potuta calcolare la capacità di una cella di base che approssima la capacità interspire. Più specificamente, partendo da una capacità elementare equivalente alla serie di capacità elementari dovute all’isolante delle spire ed allo strato di aria interposto, si è integrata tale capacità elementare equivalente entro la cella di base. Un ulteriore semplificazione è stata introdotta dividendo la cella di base in diverse regioni nelle quali la capacità elementare relativa ad uno dei due mezzi presenti è molto più grande dell'altra. L'integrazione all'interno della cella conduce ad una formula di facile utilizzo per la capacità interspire e la capacità tra spira e piano conduttore. La soluzione di una rete di condensatori consente di ricavare infine la capacità parassita relativa all'intero avvolgimento. Per il calcolo dell'induttanza è stato proposto un metodo analitico rigoroso. Anche in questo caso l'induttanza complessiva è stata vista come la somma di contributi dovuti alle singole spire. Per ciascuna spira l'induttanza complessiva è stata derivata come somma del proprio coefficiente di auto induzione e dei coefficienti di mutua induzione rispetto a tutte le altre spire dell’avvolgimento. Il calcolo dei coefficienti di auto e di mutua induzione può essere eseguito tramite gli integrali ellittici di Legendre. Il calcolo è semplificato dal fatto che numerosi coefficienti di auto e mutua induzione sono uguali tra loro. Infatti i primi non cambiano quando si riferiscono a spire dello stesso strato, i secondi quando si riferiscono a coppie di spire ugualmente traslate in direzione assiale. L'induttanza complessiva dell'avvolgimento si ricava come somma delle induttanze delle singole spire che lo compongono, calcolate come si è sopra accennato.
Per quanto riguarda gli induttori in aria a singolo strato, che rivestono particolare importanza nelle applicazioni in HF (EMC, LISN e filtri), si è considerato un diverso metodo per il calcolo della capacità parassita tra spira e spira e tra spira e l’eventuale schermo conduttore. Tale metodo, basato sull’applicazione delle formule relative alla capacità della linea bifilare e della linea in presenza del piano di terra, consente il calcolo analitico delle capacità in esame nell’ipotesi di trascurare la curvatura delle spire (tale ipotesi è accettabile, dato l’elevato rapporto tra il raggio delle spire e quello del conduttore che solitamente si riscontra nelle applicazioni). Per quanto concerne il calcolo dell’induttanza, può essere impiegato utilmente il metodo sopra descritto, poiché in questo caso il numero dei coefficienti di auto e muta induzione da calcolare si riduce a N-1, mentre vi è un solo coefficiente di auto induzione uguale per tutte le N spire. Questo approccio prescinde dalla presenza di un eventuale schermo (contenitore metallico). Se le dimensioni dei questo ultimo sono di poco superiori a quelle dell’induttore, l’effetto delle correnti parassite nello schermo determina una riduzione dei coefficienti di auto e mutua induzione (il campo magnetico in HF tende ad essere confinato all’interno del contenitore) ed ad un aumento delle resistenza equivalente. Inoltre, nel caso di conduttori a piattina (usati nelle applicazioni ad elevate correnti), non può più essere trascurato il fenomeno dell’addensamento della corrente al fine della determinazione dell’induttanza. Questi ultimi due fenomeni portano ad una riduzione consistente dei coefficienti di auto e mutua induzione che può arrivare anche al 10-20% del valore che si otterrebbe trascurandoli. Se il campo di applicazione degli induttori è quello tipico della compatibilità elettromagnetica (150 kHz - 30 MHz), si ottengono comunque valori costanti di tali coefficienti poiché al di sopra di qualche centinaio di kHz il campo magnetico risulta interamente confinato all’interno del contenitore e le correnti nei conduttori sono praticamente correnti superficiali.
I parametri calcolati seguendo gli approcci descritti sono stati confrontati con i risultati ottenuti tramite misure sperimentali. I valori calcolati dell'induttanza e della capacità parassita di un avvolgimento sono risultati in buon accordo con quelli misurati.










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