LIMAT - Laboratorio di Ingegneria dei Materiali ed Alte Tensioni 

 

 
Storia del LIMAT

Il  Laboratorio per prove elettriche sui materiali isolanti  nasce all’inizio degli anni 70,  quando Luciano Simoni, allora assistente nell’Istituto di Elettrotecnica industriale (divenne professore ordinario nel 1975), intraprese lo studio del comportamento nel tempo degli isolanti elettrici sottoposti a tensione alternata. Inizialmente il Laboratorio era dotato di un trasformatore di tensione che veniva utilizzato per le prove ad alta tensione, di voltmetri analogici e di un contatore digitale per la misura del tempo alla scarica nelle prove a gradino.  Al Simoni si affiancò dopo breve tempo Gianni Pattini che rivelò notevoli doti di ricercatore e di tecnico, progettando e costruendo, con l’aiuto del tecnico di laboratorio Enzo Gervasi, nuove  apparecchiature, come lo “zero crossing” necessario per evitare sovratensioni all’atto dell’applicazione del gradino di tensione,  e le celle per la misura della Rigidità dielettrica su provini vergini e invecchiati.

Nonostante i modesti mezzi e gli scarsi finanziamenti,  la ricerca sulla durata di vita degli isolanti sottoposti  a sollecitazione elettrica condusse rapidamente a risultati così importanti da fare di quello di Bologna un gruppo di ricerca avanzata fra i più apprezzati in campo internazionale.

Sono del 1973 i primi lavori sui TRANSACTIONS of ELECTRICAL INSULATION in cui venne presentata la Teoria fenomenologica dell’invecchiamento, cardine teorico di ogni ricerca in questo campo. E’ del 1974 l’invito dell’Università di Wroclaw  a tenere un seminario sul “Voltage endurance”, cui molti altri seguirono da più parti dell’Europa, e nei primi anni 80, dagli Stati Uniti e dal Giappone.   La ricerca si estese rapidamente all’invecchiamento termico e quindi a quello combinato elettrotermico, con teorie e risultati di supporto assolutamente originali e innovativi.

La grande messe di risultati fu possibile anche grazie al lavoro dei laureandi che in numero sempre maggiore si dedicavano a queste ricerche con vero entusiasmo.

Negli anni 80 entrò nel Gruppo Gian Carlo Montanari, giovane laureato di grandi capacità, il cui lavoro divenne rapidamente essenziale, al punto che negli anni 90 Simoni gli affidò completamente la responsabilità del Laboratorio, anche perché nel frattempo Pattini, divenuto associato di impianti elettrici, si era progressivamente allontanato dalla ricerca.

Montanari, con un lavoro che non esitiamo a definire addirittura frenetico,  e grazie alle sue doti di ricercatore, volte soprattutto alla collaborazione con imprese industriali  (una collaborazione Università-industria da tanti auspicata per il progresso scientifico e tecnologico del Paese)  conseguì rapidamente notevolissimi successi, dotando il Laboratorio, ormai designato per sua iniziativa col nome di LIMAT,  di apparecchiature innovative, come quella per la misura della carica di spazio con metodo elettroacustico e nuovi strumenti per la rivelazione e l’analisi delle scariche parziali, estendendo le ricerche in campi collaterali di interesse per l’industria e fondando una impresa, TECHIMP (Technological Improvement), che costituisce un esempio di altissimo livello di Spin-off universitario. Divenuto ordinario nel 2000, egli occupa posizioni di grande prestigio in  varie importanti organizzazioni internazionali.

Ulteriori informazioni sul primo e sul secondo periodo del LIMAT si possono trovare  nei siti personali dei proff.  SimoniMontanari.

L. S.